IMAGINARY HEROES
 

imaginary heroes recensione

 
“Imaginary Heroes” racconta un anno della vita di una moderna famiglia americana, con i suoi drammi e le sue problematiche: il regista Dan Harris, un ragazzo di appena 25 anni, riprende così un tema che è una specie di tormentone nel cinema americano (e che ha avuto le sue espressioni migliori in “Gente comune” e “American beauty”). La novità di questo lavoro dovrebbe essere l’unione di pathos - umorismo sottile - ricerca introspettiva con cui si intende rappresentare la vicenda. Ma il tentativo di creare qualcosa di originale su un argomento tanto sfruttato appare inferiore alle aspettative. Il film non ha ritmo, forza, nerbo. La trama procede lentamente e i personaggi appaiono non molto reali nelle loro peculiarità. Si ha una sensazione di non vero, di artefatto e costruito che indice lo spettatore a non  
 
sentirsi coinvolto in quello che vede: spettatore che è portato a distrarsi e a provare noia e fastidio di fronte a comportamenti difficilmente spiegabili e quasi mai motivati. Azioni dialoghi espressioni, tutto non spontaneo e “studiato a tavolino”, per convincere il pubblico che la famiglia perfetta è immaginaria e che va accettata così com’è, nel bene e nel male. Si può essere o meno d’accordo, ma non è questo l’importante: una tesi può essere discutibile ma in un film va trattata “cinematograficamente”, coinvolgendo chi assiste allo spettacolo, provocando la sua approvazione o il suo rifiuto ma inducendolo sempre a immergersi in una visione che in quel momento è la realtà. L’opera di Dan Harris è stata presentata l’anno scorso al Festival di Toronto riscuotendo un buon successo di critica. Ma da un prodotto del cinema indipendente ci aspetteremmo più coraggio, meno conformismo: evidentemente l’America oggi ha troppo bisogno di “consolazione” per permettersi il lusso del controcorrente. Il “lieto fine” è sempre maggiormente necessario. In questa deludente operazione ritroviamo due attori che non meritavano di esservi coinvolti: Sigourney Weaver e Jeff Daniels, ambedue bravissimi nel tentativo di dare consistenza a personaggi stereotipati e non convincenti.

p.s. pessimo il doppiaggio, assurdo il commento musicale in perenne contrasto con le scene a cui assistiamo

(di Leo Pellegrini)


- Scrivi la tua recensione!
 
 
  Scheda Recensione Locandina  
 

Copyright © Cinema4stelle.it 2003-2004. Tutti i diritti sono riservati.