Dopo il football,
negli Stati Uniti,
il pattinaggio è
sicuramente lo sport
più seguito
dai giovanissimi.
Avvalendosi di un
cast che comprende
Hayden Panettiere
(Quando meno te lo
aspetti), la Kim Cattrall
di 'Sex & the
city', la Michelle
Trachtenberg di 'Buffy-L’ammazzavampiri'
e la sempre grande
Joan Cusack (School
of rock), e del cameo
di due stelle olimpiche
come Michelle Kwan
e Brian Boitano, l’inglese
Tim Fywell, proveniente
dalla televisione,
ha pensato bene di
dedicargli il suo
debutto nella regia
per il grande schermo
con 'Ice princess
- Un sogno sul ghiaccio',
commedia per adolescenti
targata Disney, in
cui cerca di trasmettere
allo spettatore tutto
ciò che di
gradevole e sgradevole
ruota intorno a questo
mondo, fatto di estrema
competitività
e grandi fatiche.
E’ la storia
di Casey Carlyle,
timida e
goffa
adolescente,
figlia
dell’insegnante
single
Joan,
che,
brava
a scuola,
avrebbe
tutti
i numeri
per
Harvard,
soltanto
che
il suo
sogno,
rimasto
inespresso,
è
quello
di diventare
una
pattinatrice
sul
ghiaccio.
Inizia
quindi
ad allenarsi
insieme
alla
gelida
Tina
Harwood,
ex campionessa
alle
prese,
da una
parte,
con
la sua
interrotta
carriera
di pattinatrice,
e, dall’altra,
con
il disinteresse
della
figlia
Gen
nei
confronti
del
pattinaggio
artistico.
Casey
rappresenterà
per Tina la
possibilità
di un riscatto,
in un intrecciarsi
di complicati
ma fecondi
rapporti,
e, in più,
spunta anche
Teddy, fratello
di Gen, il
quale manovra
lo Zamboni,
la gigantesca
macchina che
prepara la
pista di pattinaggio.
Ricambiato,
finirà
per innamorarsi
di Casey.
Meg Cabot,
già
tra gli artefici
dei due discutibili
'Pretty princess',
firma il soggetto
di un lungometraggio
che, senza
scostarsi
dai canoni
dei classici
Disney per
famiglie,
non brilla
certo per
originalità,
happy end
compreso,
ma la sceneggiatrice
Hadley Davis,
attiva, tra
l’altro,
in 'Dawson’s
creek', riesce
a fornire
di brillantezza
i dialoghi,
non privi
di comicità,
affondando
la penna,
quando necessario,
nei conflitti
genitori -
figli, senza
mai graffiare
o portare
in superficie
il malessere.
La Trachtenberg,
impegnata
nell’emanare
il dissidio
interiore
che tormenta
Casey, tra
le proprie
aspirazioni
e quelle della
madre, che
non vorrebbe
scontentare,
offre una
prova incisiva,
e gli altri
personaggi
non sono poi
così
scontati come
potrebbe sembrare.
Nota di merito
alla fotografia
di David Hennings
(SDF-Street
dance fighters)
ed al notevole
lavoro svolto
dai tecnici,
il quale,
non senza
l'apporto
di pattinatrici
e controfigure,
contribuisce
in maniera
fondamentale
a trasportare
psicologicamente
lo spettatore
nel mondo
del pattinaggio,
protagonista
di una vicenda
in cui ciò
che è
importante
è soprattutto
la morale:
bisogna ad
ogni costo
e con tenacia
perseguire
i propri sogni
e non quelli
dei propri
genitori o
di chiunque
altro. L'esistenza
è del
singolo, è
unica ed irripetibile,
non va’
mai prestata
per esaudire
i sogni inespressi
di altri.