In amore come in guerra,
tutto è lecito.
Nessuna regola, nessuna
remora, nessuna equazione
matematica che dia
la certezza di raggiungere
la meta. Chiunque
può trasformarsi
nel principe azzurro
e coronare il proprio
sogno di felicità;
tutto quello di cui
ha bisogno è
l’occasione
giusta. Non è
facile, certo, anzi
è forse il
passo più difficile
da compiere, spesso
imprigionati tra ansie
ed aspettative, letteralmente
immobilizzati dalla
paura di una brutta
figura. A facilitare
le cose entra in scena
Alex Hitchens (un
Will Smith che si
dimostra sempre più
come il vero erede
di Eddie Murphy),
l’Hitch del
titolo di questa nuova
pellicola diretta
da Andy Tennant, meglio
conosciuto come il
dottor rimorchio.
Secondo la filosofia
del dottor Hitchens
bastano tre appuntamenti
per dimostrare il
meglio di te e far
cadere ai tuoi piedi
la ragazza
dei
tuoi
sogni.
Hitch
è
un artista
nel
suo
mestiere,
un Michelangelo
capace
di rendere
possibili
gli
amori
più
impensati,
un professionista
scrupoloso
con
la naturale
capacità
di mettere
a proprio
agio
i clienti.
E la
sua
cappella
sistina
, il
suo
capolavoro,
è
far
incontrare
Albert
(un
simpaticissimo
Kevin
James),
un consulente
finanziario
non
troppo
giovane
e ancor
meno
affascinante,
con
Allegra
(Amber
Valletta),
una
ed
inavvicinabile
ereditiera.
Il film diretto
da Tennant
è una
divertente
ed efficace
commedia su
come siano
le imperfezioni,
i piccoli
tic, le piccole
manie, a rendere
speciale e
unica una
persona; bisogna
avere il coraggio
di andare
oltre la propria
immagine di
facciata,
dietro la
quale spesso
ci arrocchiamo
per creare
un’aurea
di perfezione,
e che invece
nasconde soltanto
la paura di
non piacere
per quelli
che siamo.
Anche Hitch,
così
spigliato,
così
a suo agio
con l’altro
sesso, ha
in fondo bisogno
di nascondersi
dietro vestiti
firmati e
comportamenti
standardizzati
ed impersonali,
per paura
di scoprirsi,
di far uscire
il suo vero
io, di far
trasparire
quello che
era da ragazzo:
uno sfigato
con gli occhiali
e le orecchie
a sventola,
goffo e impacciato.
Solo l’amore
può
spingerci
ad uscire
allo scoperto,
a correre
il rischio,
perché
è l’unica
cosa, in una
vita in cui
tutti precipitiamo,
che può
farci volare.