Nell’ormai lontano
1978, gli ascoltatori
di BBC Radio 4 furono
invitati ad una nuova
e spettacolare rappresentazione
del tutto diversa
da qualsiasi cosa
avessero mai sentito:
'Guida galattica per
autostoppisti', in
parte odissea spaziale
fantascientifica,
in parte commedia
satirica esilarante
ed inchiesta sulla
natura della realtà,
tra storie di robot,
stramberie spaziali
ed enciclopedie intergalattiche.
Autore della serie
radiofonica era un
giovane di nome Douglas
N. Adams, il quale
aveva studiato letteratura
inglese a Cambridge
e lavorato con il
membro dei Monty Python
Graham Chapman, e,
affascinato da ogni
aspetto delle scoperte
scientifiche e commediografo
di razza, si rese
ben presto conto del
fatto che era molto
difficile trovare
un manuale o guida
all’universo,
a patto di scriverlo
lui stesso. Ed in
seguito al successo
otte-
nuto
dal
programma,
Adams
venne
contattato
da un
editore
che
gli
chiese
di scrivere
un libro
basato
sulla
sua
opera,
il quale,
poi,
divenne
un classico
best
seller,
primo
di una
serie
di cinque,
che
oggi
finisce
sul
grande
schermo
in un
lungometraggio
diretto
dall’esordiente
Garth
Jennings,
fondatore,
insieme
al socio
Nick
Goldsmith,
della
giovane
società
di produzione
britannica
Hammer
and
Tongs,
nonchè
attore,
non accreditato,
nel demenziale
'Shaun of
the dead -
L’alba
dei morti
dementi' (2004).
Il film racconta
la vicenda
di Arthur
Dent (Martin
Freeman),
uomo comune
che, nel momento
in cui scopre
che il pianeta
Terra sta
per essere
distrutto
in pochi secondi
per fare posto
ad un’autostrada
dell’iperspazio,
chiede al
volo uno strappo
ad una nave
spaziale di
passaggio,
con l’aiuto
di Ford Perfect
(Mos Def),
suo migliore
amico che
si è
rivelato essere
un alieno.
Proiettato
nell’ignoto,
Arthur scoprirà
molte cose
sulla natura
dell’universo:
imparerà
che l’asciugamano
è l’oggetto
più
utile che
una persona
possa portare
con sé,
conoscerà
l’esatto
significato
della vita
e darà
risposta a
molti altri
quesiti grazie
ad un interessantissimo
libro elettronico
chiamato 'Guida
galattica
per autostoppisti',
la più
grande raccolta
di conoscenza
cosmica dal
Big Bang ad
oggi. “Abbiamo
sempre creduto
che 'Guida
galattica
per autostoppisti'
potesse stare
al cinema
di fantascienza
come Austin
Powers stava
a James Bond:
un’affettuosa
presa in giro
ma anche un’incredibile
avventura.
Questa versione
splendidamente
originale
della storia
rende omaggio
alla straordinaria
creatività
di Douglas
Adams, dando
vita a un
nuovo genere
di avventura
emozionante
per una generazione
che conosce
per la prima
volta La guida”.
Così
il produttore
Roger Birnbaum
spiega il
film, che
annovera nel
cast anche
il Warwick
Davis di 'Willow'
(1988) e della
serie horror
Leprechaun,
ambientato
in un universo
del tutto
alternativo
e con regole
proprie, in
cui troviamo
interessanti
e folli invenzioni
come l’Arma
a punto di
vista ed il
Motore d’improbabilità
infinita,
oltre a creature
che sembrano
un incrocio
tra quelle
viste in 'Men
in black'
(1997) e quelle
dei sei 'Guerre
stellari'.
Diciamo che,
se apprezzate
la colorata
e grottesca
fantascienza
di Terry Gilliam,
'Guida galattica
per autostoppisti'
potrebbe piacervi,
in conclusione,
però,
bisogna ammettere
che siamo
di fronte
ad una pellicola
che si lascia
guardare più
per l’impianto
tecnico e
scenografico
che per la
vicenda raccontata,
non troppo
coinvolgente
ed a lungo
andare fracassona.