Ecce Bombo. A Genova,
trent'anni dopo l'Aspettando
Godot morettiano,
e
quindi nell'assenza
dell'ideologismo,
nella latitanza del
femminismo, nell'abulia
che contraddistingue
molta parte dell'Occidente
smarrito e saturo.
È povero povero
questo debutto nel
lungo dell'abruzzese
(non ancora 30enne),
Stefano Chiantini.
Ma ha una sua vena
surreale che lo attraversa
e lo minaccia positivamente.
Geniale l'idea dell'ossessione
calcistica tutta vissuta
all'interno dell'appartamento
dove (soprav)vivono
i tre protagonisti
della garbata, malincomica
pellicola. Con un
Campionato giocato
a carte, virtuale
e scombinato, capace
di far arrivare squadre
come l'Avezzano e
il Genoa, alle alte
vette della classifica.
Proprio una delle
due icone pallonaro
della città
della Lanterna si
trasforma in involontaria
metafora di un'attesa
consumata rive-
dendo
mille
volte
la stessa
partita
(Genoa-Oviedo,
storico
match
di Coppa
Uefa
del
1991).
Un romantico
Scoglio
da cui
risulta
impossibile
rituffarsi.
(di
Aldo
Fittante
- Film
TV)