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L'ultima
interpretazione di Nino
Manfredi, che arriva
nelle sale diversi mesi
dopo la sua morte, non è
certo tra le sue più
memorabili. Oltretutto l'attore
appare dopo mezz'ora di
film, e per tutta la prima
ora mormora solo tre parole
(la prima è "formaggio").
La storia del film è
quella di Joaquìn,
misero bambino delle campagne
di Granada, che si trovò
a salvare un repubblicano
fucilato dai franchisti
nell'agosto del 1936. Nel
1980 si mette sulle sue
tracce, e lo trova barbone
senza memoria. Il colpo
di scena (per modo di dire,
perché è l'unica
cosa che tutti sanno del
film) è che il barbone
è nientemeno che
Federico Garcia Lorca, il
grande poeta dato appunto
per morto nel '36, che si
aggirerebbe invece nella
straniera Spagna di fine
franchismo. L'idea di partenza,
un po' forzata, poteva avere
qualche potenziale meta- |
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ma
il risultato è davvero
privo di interesse. Lo stile
di Fine di un mistero
oscilla tra un estetismo
tutto tramonti infuocati
nel prologo e nei flash-back,
e una assoluta sciatteria
men che televisiva nelle
parti sul presente. Manfredi
tutto tremante fa solo impressione.
Curiosità: Alfredo
Landa aveva fatto una particina
accanto a Manfredi nella
Ballata del boia di Berlanga,
45 anni fa.
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Emiliano
Morreale (Film TV) |
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