Approda sugli schermi
la famiglia di Supereroi
per eccellenza disegnata
in origine dalla matita
di Jack Kirby e srotolata
narrativamente dall’inneffabile
Stan Lee (che si ritaglia
un cameo come in ogni
pellicola tratta dalla
sua fucina di super
personaggi). La pellicola
arriva preceduta da
un vento di discordia,
dissidi produttivi
e realizzativi (la
sceneggiatura è
stata rimaneggiata
almeno cinque volte
e la ricerca di un
regista è stata
spasmodica) che di
solito annunciano
catarsi, disattesa
dal pubblico statunitense
- che ha riempito
le sale - ma cavalcata
con accanimento dalla
critica. Se di mancanze
vere e proprie si
può parlare
sono da ravvedersi
nell’esposizione
superficiale dei personaggi.
Niente spessore psicologico,
che fu il fulcro e
il valore aggiunto
di 'Spiderman' e 'Hulk'
ma solo un abbozzo
delle caratteristiche
peculiari. Mr Fanta-
stic,
Reed
Richards,
è
un opaco
genio
della
scienza
che
scivola
sulle
ovvietà
del
quotidiano;
La Cosa,
Ben
Grimm,
si rammarica
del
riscontro
negativo
in risposta
alla
propria
diversità
manifesta;
la Torcia
Umana,
Johnny
Storm,
è
lo smargiasso
impenitente
e la
Donna
Invisibile,
la sorella
Susan,
ammicca
alla
propria
condizione
incorporea
e non
si va
un passo
oltre
l’accenno.
Qualche
licenza
di racconto,
l’antagonista
Dr
Doom sovrano
di Latveria
è anch’egli
parte della
missione nello
spazio dove
l’incontro
coi raggi
cosmici crea
la mutazione
nel dna e
riceve come
gli altri,
la sua parte
di cambiamento.
Diversamente
dall’originale
dove l’armatura
impenetrabile
non era di
natura biologica.
Sommate gli
elementi e
la trama è
servita. Accompagnata
dall’inevitabile
contorno mediatico
e marchettaro
del merchandising
(sei sotto
i riflettori
e ti tirano
le pietre?
tanto vale
diventare
produttori
di quelle
pietre) al
quale la stessa
superfamiglia
pare rassegnarsi
e trasferendo
di fatto lo
scettro del
cattivo alla
dittatura
del quarto
potere (pubblicità
compresa)
e offrendo
miniriflessioni
e stille di
considerazioni
filosofiche.
Si gioca sul
filo di una
gradevole
ironia (dopo
aver evitato
una tragedia
I Fantastici
4 si congratulano
tra di loro:
“Bel
lavoro!”
“Lavoro
lo chiami?”
“Beh
abbiamo le
tute…”)
che nobilita
questa sorta
di soap opera
di lusso dove
i guai e le
divise spaziali
si lavano
in famiglia
e la cui risultante
è un
innocuo e
onesto giocattolone
di prima scelta
al quale si
può
assistere
divertendosi
senza - troppi
- danni cerebrali.