Quanti problemi crea
un musical cantato
in playback a uno
spettatore cinematografico?
Moltissimi. Non basta
sapere che Andrew
Lloyd Webber, maestro
dell'opera popolare
contemporanea, ha
voluto che il film
tratto dal suo celeberimmo
adattamento del romanzo
di Gaston Leroux,
fosse "cantata"
nelle diverse lingue
per le diverse platee.
Non bastano voci italiane
adeguate e un'accurata
edizione dei dialoghi
e dei testi. Sullo
schermo quelle bocche
enormi in primo piano
sono continuamente
scollate dalle parole.
Un fuori sincrono
che disturba, distrae
lo sguardo e impedisce
il coinvolgimento
nella straziante vicenda
d'amore dannato, tra
acuti e tragiche memorie
infantili, a tre fra
la cantante Christine,
il Fantasma mascherato
e il proprietario
del teatro Raoul.
La partitura musicale
trascina,
l'impianto
scenografico
è
fastoso
e volutamente
kitsch.
Un altro
dei
problemi
(e non
ha attenuanti)
della
pellicola
griffata
con
il nome
di Webber,
è
la modestissima
regia
di Schumacher.
Noiosa,
immobile,
imbambolata.
Una
regia
inferiore
alle
invenzioni,
al dinamismo
e ai
colpi
di scena
degli
allestimenti
teatrali
del
musical.
(di
Enrico
Magrelli
- Film
TV)