IL FANTASMA DELL'OPERA
 

Recensione il fantasma dell'opera

 
Quanti problemi crea un musical cantato in playback a uno spettatore cinematografico? Moltissimi. Non basta sapere che Andrew Lloyd Webber, maestro dell'opera popolare contemporanea, ha voluto che il film tratto dal suo celeberimmo adattamento del romanzo di Gaston Leroux, fosse "cantata" nelle diverse lingue per le diverse platee. Non bastano voci italiane adeguate e un'accurata edizione dei dialoghi e dei testi. Sullo schermo quelle bocche enormi in primo piano sono continuamente scollate dalle parole. Un fuori sincrono che disturba, distrae lo sguardo e impedisce il coinvolgimento nella straziante vicenda d'amore dannato, tra acuti e tragiche memorie infantili, a tre fra la cantante Christine, il Fantasma mascherato e il proprietario del teatro Raoul. La partitura musicale  
 
trascina, l'impianto scenografico è fastoso e volutamente kitsch. Un altro dei problemi (e non
ha attenuanti) della pellicola griffata con il nome di Webber, è la modestissima regia di Schumacher. Noiosa, immobile, imbambolata. Una regia inferiore alle invenzioni, al dinamismo e ai colpi di scena degli allestimenti teatrali del musical. (di Enrico Magrelli - Film TV)
 
 
 
   
 

Copyright © Cinema4stelle.it 2003-2004. Tutti i diritti sono riservati.