Diretto dallo specialista
in film per famiglie
Carol Ballard (nel
suo curriculum ci
sono titoli come 'Black
stallion' e 'L’incredibile
volo'), giunge nelle
sale cinematografiche
italiane 'Duma', pellicola
fatta su misura per
poter commuovere e
allo stesso tempo
tirar fuori una giusta
morale di vita, nello
stile di titoli come
'Nata libera' e '4
cuccioli da salvare'.
La fotografia di Werner
Maritz valorizza i
dorati paesaggi di
un Sud Africa in cui
il piccolo Xan, insieme
a suo padre Peter,
trova, una notte,
un cucciolo di ghepardo
orfano, in quanto
sua madre è
stata sbranata da
un branco di leoni.
Xan si affeziona al
cucciolo, quindi,
portato a casa, lo
accudisce come si
farebbe con un qualsiasi
animale domestico
e lo chiama Duma,
che nella lingua swahili
significa ghepardo.
I due passano insieme
momenti indimenticabili,
fino a quando
Peter,
a causa
una
grave
malattia,
non
muore,
costringendo
Xan
e sua
madre
Kristin
a trasferirsi
a Johannesburg
e, di
conseguenza,
a dover
portare
Duma
in una
riserva
naturale.
Ma la
città
non
è
un posto
adatto
per
il ghepardo
e il
suo
padrone
decide
di riportarlo
lì
dove
è
stato
trovato,
in modo
che
possa
vivere
la sua
vita
di animale
selvaggio,
proprio
come
avrebbe
voluto
suo
padre
Peter.
Xan
e Duma
si avventurano
quindi
in lungo viaggio,
nel corso
del quale,
tra pericoli
della natura
ed abitanti
del posto,
troveranno
la compagnia
di Rip, un
misterioso
vagabondo
che ha abbandonato
la sua tribù
per lavorare
in città.
Fin dall’avvio
è chiara
la direzione
che il film
vuole prendere,
senza sorprese
da parte della
trama, ma
bisogna ricordare
che ciò
è alla
base di questo
genere di
pellicole
costruite
su sentimenti
facili ed
amicizie indistruttibili.
Ed il viaggio
per riportare
il proprio
amico ghepardo
indietro finisce
per diventare,
come di consueto,
il passaggio
obbligatorio
verso un’età
più
adulta, il
tutto, legato
al tema dell’unione
familiare.
Però
'Duma', per
quanto prevedibile,
non risulta
così
male, riuscendo
a regalare
circa un’ora
e quaranta
di intrattenimento,
accompagnata
dalla musica
tribale eseguita
dall’esperto
John Debney,
all’interno
di cui possiamo
trovare anche
personaggi
caratterizzati
da una certa
ambiguità
di fondo,
come, ad esempio,
Rip. Il cast
artistico,
oltre al giovane
Alexander
Michaletos,
qui al suo
esordio, e
all’attore
Eamonn Walzer
('Unbreakable',
'L’ultima
alba') comprende
volti noti
come Campbell
Scott ('Scelta
d’amore',
'Roger Doger')
e 'Hope Davis'
('A proposito
di Schmidt',
'Cuori in
Atlantide').
In conclusione,
un film rivolto
esclusivamente
ai bambini,
come ormai
se ne fanno
da anni, seguendo
la vecchia
tradizione
che ha fatto
la gioia di
zio Walt Disney