DIVENTERANNO FAMOSI
 

diventeranno famosi recensione

 
Attore in pellicole come 'The abyss' (1989) e 'Strange days' (1995), nonché sceneggiatore, tra l’altro, di 'La vedova americana' (1992) e 'The vanishing-Scomparsa' (1993), Todd Graff esordisce dietro la macchina da presa con 'Camp', rititolato in Italia 'Diventeranno famosi', che si avvale, tra gli interpreti, della presenza del compositore Stephen Sondheim ed apre con lo stesso, identico stile che caratterizzò tanti musical realizzati nel periodo a cavallo tra gli Anni Sessanta e Settanta. Trasformatosi in cinico alcolista in seguito ad un grosso flop a Broadway, risalente a dieci anni prima, il regista Bert Hanley si trova al Camp Ovation per coordinare un gruppo di giovani alle prese non soltanto con la realizzazione di un nuovo spettacolo, ma anche con le nuove amicizie e gli amori. Tra loro troviamo il vigoroso ragazzo  
 
americano Vlad, continuamente avvicinato dalla bomba del sesso Jill, ma sicuramente più attratto dall’insicura Ellen, la dolce Dee, la quale tenta di non rimanere a vita l’amica degli sfigati, e l’omosessuale Michael. “Mentre giravo Diventeranno famosi, la più naturale ispirazione è stato 'Saranno famosi'. Non è vietato, si confronta con la sessualità adolescenziale e con l’immagine del corpo, è un prodotto di grande  
accuratezza ed i numeri musicali sono grandiosi. Sono stato molto ispirato anche da un film degli Anni Settanta chiamato 'Smile' che riguardava una giovane Miss Americana ad un concorso di bellezza. Il personaggio di Bert Hanley in 'Diventeranno famosi' è virtualmente una scopiazzatura di questo coreografo sopra le righe interpretato da Michael Kidd in quel film. Il modo in cui riusciva ad essere così simpatico e così ironico, ma anche così onesto con quei ragazzini è stato un modello per me”. Così il regista parla della realizzazione del suo film d’esordio, che vede protagonisti nuovi, interessanti volti alla prima esperienza cinematografica, tra i quali meritano la citazione Daniel Letterle/Vlad, Joanna Chilcoat/Ellen e Robin De Jesus/Michael. Complici anche la fotografia di Kip Bogdahn (Get well soon) e le scenografie di Dina Goldman (O come Otello), il film lascia emergere un modo di rappresentare i numeri musicali che non poco ricorda la vecchia maniera, privo di particolari guizzi da videoclip, tipici dei moderni musical. E, non a caso, il compositore della colonna sonora è lo stesso Michael Gore che, nel 1981, si aggiudicò due Oscar (miglior canzone e miglior musica originale) con il succitato 'Saranno famosi', titolo che nel corso della vicenda viene anche citato verbalmente. Graff, però, non riesce a conciliare la parte musicale con quella riguardante i fatti personali dei protagonisti, generando un interminabile lungometraggio di 116 minuti che, oltre ad essere caratterizzato da ritmi terribilmente televisivi, presenta momenti grotteschi, o involontariamente tali, che risultano spesso fuori luogo. Basta citare i discorsi sull’omosessualità tra Vlad e Michael. Alla fine, rimane nella memoria soltanto la bella colonna sonora, quindi, tanto vale acquistare il cd, che può essere tranquillamente riascoltato più volte.

(di Francesco Lomuscio)

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