Si guarda al passato
e paradossalmente
si scopre il presente
e si comprende che
la storia ripropone
inevitabilmente i
conflitti mai risolti.
Uomini e uomini non
trovano pace e uomini
e dei sono ancora
lontani dal creare
“il Regno dei
Cieli” in Terra,
un regno di coscienza,
un regno di speranza
e unità. Armi
e vessilli dorati,
drappi di seta di
tenui tinte sahariane,
perle ricamate nei
turbanti, sacerdoti,
soldati e scudieri
e la storia di un
cavaliere, Balian
di Ibelin, diventato
eroe per aver mantenuto
l’onore dei
cavalieri ed aver
guidato il popolo
di Gerusalemme nella
difesa della città
quando questa veniva
attaccata dall’imponente
esercito saraceno
condotto da Saladino
durante il periodo
delle Crociate in
Terra Santa. E’
la nuova impresa titanica
di Ridley Scott, un
film che attraverso
il dramma umano di
un cavaliere parla
di rispetto e di tolle-
ranza
fra
popoli,
che
seppur
lontani
e nemici,
si salutano
augurandosi
che
Dio
sia
con
entrambi.
La sceneggiatura
firmata
da William
Monahan
si basa
su testi
scritti
in quel
periodo
e non
su ricostruzioni
dei
posteri,
per
evitare
che
le interpretazioni
degli
storici
non
contaminassero
le emozioni
e i
fatti
naturalmente
espressivi.
Balian
di Ibelin
è
un cavaliere
realmente
esistito
e ad
indossare
i suoi
abiti
c’è
Orlando
Bloom
che
aveva lavorato
già
con Ridley
Scott in 'Black
Hawk Down'
e che assieme
alla seducente
principessa
esotica Sibylla,
interpretata
dall’incantevole
Eva Green
('The Dreamers'
di Bertolucci)
ci trasportano
in una storia
di lotte e
di amori,
di sangue
e di onore.
Grandi attori
si inseriscono
perfettamente
nei loro ruoli,
Liam Neeson
è il
padre di Balian,
il cavaliere
Godfrey di
Ibelin, Jeremy
Irons è
Tiberias,
il fedele
consigliere
del Re cristiano
Baldwin IV.
David Thewlis
(Il professor
Lupin in 'Harry
Potter e il
prigioniero
di Azkaban')
è l’ospedaliere
e Brendan
Gleeson e
Marton Csokas
sono i cattivi
della situazione.
Nonché
grandi star
del mondo
arabo come
il regista
siriano Ghassan
Massoud nei
panni di Saladino
e Khaled El
Nabawy nel
ruolo del
fanatico Mullah.
Inutile dire
che l’impresa
costata 150
milioni di
dollari, è
ben riuscita
nella sua
realizzazione.
E ad un uomo
come Ridley
Scott, che
non crede
che Dio parli
anche con
lui, risponde
un regista
che con la
estrema ricchezza
visiva di
dettagli ed
un libero
uso dei colori
e degli elementi
naturali,
dona al film
una sua anima
mistica e
spirituale.