Sotto vesti di serva,
Teresa De Sio, che
dai gloriosi tempi
della Nuova Compagnia
di Canto Popolare
vive la sua dimensione
artistica nel patrimonio
musicale storico del
meridione. Assiste
un principe poeta
- preda di visioni
- in sella ad un destriero.
E’ Giovanni
Lindo Ferretti, anima
del punk anni ’80
dei CCCP, poi Consorzio
Suonatori Indipendenti–CSI
ed ora Per Grazia
Ricevuta-PGR. Intraprendono
un viaggio favolistico
attraverso la Puglia
dietro un motivo conduttore:
“la luna gira
il mondo e noi dormiamo”.
Tavoliere e frinire
di cicale, greggi
di pecore e ulivi
secolari, zolle rosse
e falo’ di trebbiatura,
muretti divisori dei
terreni e mare. Vicoli
di paesi bianchi.
Ad incontrare i Cantori
di Carpino. Volti
di vecchi, il bicchiere
di vino, i racconti
della fame (“il
giorno dopo eravamo
felici di aver mangiato
il giorno prima”).
Ad Apricena,
Matteo
Salvatore
su un
taccuino
annota
i testi
delle
canzoni
della
tradizione
orale.
E a
Cutrufiano,
a parlare
dei
fastidi
che
a 75
anni
da’
alla
moglie
c’e’
Uccio
Aloisi,
altro
antico
testimone.
Tutti
riuniti
insieme
nell’
opera
teatral-melodica
“craj”
(significa
domani,
in pugliese
e napoletano),
ideata
e diretta
dalla
De Sio,
scritta
in collaborazione
con
Ferretti.
Due
ore
e mezza
di spettacolo,
quattro
palchi
cardinali
col pubblico
nel mezzo,
addobbi da
festa di paese.
Davide Marengo
ha voluto
farne un documentario
girando in
digitale,
super 8 e
16 mm. Si
tratta del
suo primo
lungometraggio
– produce
Gianluca Arcopinto
– dopo
televisione,
spot pubblicitari,
cortometraggi
con Antonio
Albanese e
Alessandro
Benvenuti
(una menzione
ai Nastri
d’ Argento)
e videoclip
musicali per
Edoardo Bennato,
La Crus, Carmen
Consoli (premiato
con l’
Italian Music
Award). Oggi
come allora
il pizzico
della tarantola
mette il fuoco
addosso. E
non puoi che
ballare, in
un contagio
collettivo.
“Qui
siamo in terra
salentina
e la musica
e’ la
migliore medicina”.
Memoria proiettata
nel domani.
“Craj”,
appunto.