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Un
futuro prossimo, una megalopoli
tecnologica (Shanghai) circondata
da una terra di nessuno
nella guale vivono i senza
casta privi dei papelles,
i documenti che ne attestano
l'origine, che naturalmente
premono per entrare in città.
Un agente investigativo
che a causa di un virus
può leggere nella
mente degli altri, viene
inviato a indagare sulla
fuoruscita illegale di documenti
falsi. Incontra una ragazza,
la colpevole, forse fuori
casta, forse non umana,
certamente ambigua e fragile,
e se ne innamora. Quasi
la versione fantascientifica
(meno riuscita) di Lost
in Translation,
Codice 46
di Michael Winterbottom
mescola paure e suggestioni
di fine millennio, globalizzazione,
invasione, perdita dell'identità,
manipolazione genetica,
limitazione delle libertà,
da Blade Runner a Gattaca
a Minority Report. |
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A
differenza dei molti predecessori
è girato a costo
relativamente basso e in
una chiave intimista che
rischia di renderlo un po'
schematico e verboso. I
due protagonisti, perplessi
e sperduti, funzionano.
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Emanuela
Martini (Film TV) |
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