Nell'affannosa rincorsa
ai modelli americani,
capita anche che la
commedia francese,
in questo momento
difesa con i denti
solo dalla squisita
coppia Jaoui/Bacri,
si compiaccia di accomodarsi
negli stessi salotti
del Friends televisivo
senza, tra l'altro,
avere il coraggio
di crederci fino in
fondo. Infatti la
trama depista sul
tema della malattia
neutralizzata dal
coro degli amici
disponibili 24 ore
su 24: come un Denys
Arcand desocializzato
e deideologizzato,
per intenderci. La
regista Marie-Anne
Chazel ha fatto l'attrice
per molti anni e si
vede: dirige bene
il comparto recitativo,
pur affaticato da
un copione che pare
il festival degli
stereotipi, delle
banalità, dell'insignificanza.
In questo è
un perfetto spaccato
dei tempi. Lontani
i tempi di Claude
Sautet e delle sue
dettagliate, affettuose,
puntigliose descrizioni
dei fattori umani,
dei tanghi
spirituali
fra
uomini
e donne.
E impossibili
da ripercorrere,
per
un'autrice
diligente
e nulla
più,
le fantastiche
reinvenzioni
sentimentali
di Claude
Lelouch.
Qui
si rimane
nell'ambito
del
lavoretto
buono
per
qualche
passaggio
Tv.
Ed è
probabile
che
la smagrita
pellicola
rimanga
nella
storia
(del
cinema...)
solo
per
i primi
nudi
concessi
al pubblico
e alla
nostra
bella
e brava
Giovanna
Mezzogiorno.
(di
Aldo
Fittante
- Film
TV)