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Il
vero remake, anche se non
dichiarato di Non
aprite quella porta.
Per il suo esordio dietro
la macchina da presa, l'artista
musicale hard Rob
Zombie dimostra
una conoscenza dei luoghi
e degli stereotipi del cinema
horror anni 70 molto più
precisa rispetto a quella
di Michael Bay e di Marcus
Nispel. E non irritano desideri
dimostrativi o snobismi
cinefili: qua e là
ci sono, ma restano incanalati
a dovere in una struttura
che è un sentito
omaggio e un inchino a un'epoca,
più che una lezione
cattedratica. E poi Rob
Zombie dà a vedere
anche una certa eleganza
di stile abbastanza soprendente:
si veda la sequenza dell'omicidio
dei due poliziotti. Se avesse
potuto fare quello che voleva
sarebbe venuto fuori un
film notevole! E tale è,
sia chiaro, ma è
evidente quanto ci si sia
autocatelati o automutilati
per il terrore dell'MPAA, |
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l'organo
di censura americano. Si
dice in giro che prima o
poi dovrebbe saltar fuori
un director's cut: mai è
stato più desiderato.
Così com'è,
La casa dei 1000
corpi resta un
bell'horror di carne e sangue,
con alcuni personaggi indovinati
(strepitosi Karen
Black battona e
Sid Haig
clown), trucchi coi fiocchi
e un senso di malessere
e sporcizia che si sprigiona
tanto dai luoghi quanto
dai volti e dai corpi. Significa
che gli ingredienti sono
azzeccati, e che risultano
più necessari dieci
film così (anche
se si tratta di genere e
basta), piuttosto che un
solo A mia madre piacciono
le donne.
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Pier
Maria Bocchi (Film
TV) |
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