Sfondo nero; una voce
maschile fuori campo
dice, tra il serio
e il faceto, che se
sua moglie morisse
e subito dopo un uccellino
gli si avvicinasse
e lo guardasse fisso,
in maniera strana,
particolare, capirebbe
subito che è
lei. Ma sarebbe l’unico
caso; del resto è
un uomo di scienza
lui. La macchina da
presa segue un uomo
attraverso un parco
mentre fa jogging;
poi un improvviso
malore e la morte.
Cambio d’immagine:
un bambino nasce.
Anna (Nicole Kidman)
è vedova da
10 anni e sembra decisa
a rifarsi una vita;
fidanzata e prossima
alle nozze vive con
Joseph (Danny Huston)
in un quartiere elegante
della New York bene.
La sera che si festeggia
il compleanno della
madre di Anna, un
bambino(Cameron Bright)
entra in casa e le
dice di essere Sean,
suo marito defunto.
Inizia cosi per Anna
un vero e proprio
calvario, in un alternarsi
di incre-
dulità
e fede,
lucidità
e follia,
nel
disperato
tentativo
di capire
quale
sia
la verità.
Il film
vorrebbe
porre
degli
interrogativi
su quanto
l’uomo
moderno
che
vive
in una
società
agnostica
e scienteista
sia
capace
di spingersi
oltre
la linea
della
razionalità,
lasciandosi
condurre
dal
proprio
istinto
e dal
proprio
sentire
più
che
dalla
ragione.
Ma tutto
resta
solo
suggerito,
abbozzato,
come
in una
brutta
copia.
Persino
i
personaggi
sono appena
accennati
e restano
come figurine
incollate
su di un album,
con le loro
smorfie grottesche
e senza profondità.
La madre del
bambino, ad
esempio, non
ha pressoché
alcuna reazione
a quello che
ritiene un
improvviso
smarrimento
mentale del
figlio; il
fidanzato
di Anna, nonostante
veda sfumare
il suo matrimonio,
il progetto
di vita felice
con la donna
che ama e
che ha corteggiato
per più
di tre anni,
non sa far
altro che
andarsene
di casa. E
per il gran
finale, lo
sceneggiatore/prestigiatore
Carrière
tira fuori
dal cilindro
un’amante
che lascia
la sensazione
di quei fuochi
d’artificio
che hanno
preso la pioggia
e, sebbene
s’accenda
la miccia,
non fanno
che un rumore
sordo, fastidioso,
per poi spegnersi.
Un film che
si prende
molto sul
serio ma riesce
solo a far
ridere. Involontariamente.