Premiato
al Festival di Locamo
la scorsa estate,
Benvenuto
Mr. President
esce nei giorni in
cui un altro presidente
statunitense visita
Roma nel cinquantennale
della Liberazione.
Certo, la visita di
Bill Clinton nel paesino
della Bosnia appena
"pacificata",
dieci anni fa, è
di tutt'altro tenore.
Il villaggio vive
sul contrabbando di
armi, donne e droga,
con la connivenza
della polizia. Ma
occorre trasformarlo
in un paese modello
prima che Mr. President
passi di lì
a ricevere la cittadinanza
onoraria. Lo spunto,
come si vede, è
da vecchia pochade,
e un paio di osservazioni
divertenti il film
le ha (la bandiera
a stelle e strisce
tessuta erroneamente
con le stelle rosse),
ma le premesse da
semplice sketch non
trovano adeguato sviluppo
e si trascinano stancamente.
L'esibito cinismo
e l'humour nero che
segna
alcune
sequenze
iniziali
si ribaltano
ben presto
in un
qualunquismo
assolutorio
e in uno
sgradevole
"volemose
bene"
finale.
Ma il
vero difetto
è
che il
film ha
una natura
troppo
derivativa
rispetto
ai modelli,
da Kusturica
a Svegliati
Ned, e
non riscatta
la vaghezza
dei presupposti
con nessun
estro.
Un film
come questo,
che pretende
di essere
astuto,
può
funzionare
solo se
condotto
con professionismo
impeccabile,
e invece
spesso
si avverte
una certa
nella
realizzazione.(di
Emiliano
Morreale
- Film
TV)