BE COOL
 

be cool recensione

 
Pensato dal regista F. Gary Gray come sequel di Get Shorty, Be cool è una pellicola godibilissima anche per chi non ha visto il film precedente, soprattutto grazie alla partecipazione di un variegato cast di attori, dai protagonisti John Travolta, Uma Thurman e Vince Vaughn, alle brillanti comparsate di Danny de Vito e della rockstar Steven Tyler. Il gangster Chili Palmer (Travolta) decide di gettarsi nel business della musica, disposto a tutto, insieme a Edie Athens (Thurman), pur di favorire la scalata al successo della giovane e dotata cantante Linda Moon, (Christina Milian) vincolata però da un precedente contratto con un altro produttore, interpretato da Harvey Keitel. Chili si trova a lottare con discografici malavitosi, con una mafia russa patetica e pasticciona, con uno scagnozzo troppo distratto e irrimediabilmente stu-  
 
pido per essere pericoloso (il magistrale Vince Vaughn) e una guardia del corpo vanitosa e desiderosa di successo personale.... (The Rock). Il pregio fondamentale del film è l’atmosfera stralunata e grottesca che aleggia nella maggior parte delle sequenze. Quando lo humour riesce a mantenersi in equilibrio sul labile confine tra il surreale e il demenziale, senza che sia quest’ultimo a prendere il sopravvento, si rimane  
conquistati dalla narrazione vorticosa, dalle innumerevoli e fantasiose trovate, dalla galleria di personaggi storditi e assurdi. Travolta, in gran forma, tende a oscurare una Thurman leggermente sotto tono, penalizzata da un ruolo sfuocato. Ma la musa ispiratrice di Tarantino è talmente dotata di magnetismo personale da farsi perdonare e da rendere indimenticabile il momento in cui i due (ri)ballano insieme, undici anni dopo la mitica performance in Pulp Fiction. Mai scena è stata più sospirata, presagita e desiderata dal pubblico.

(di Margherita Sanjust di Teulada)
 
 
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