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di
Alessandro
Ruggieri
(**1/2)
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Genesi
del Cavaliere
Oscuro, creatura
nata dalla fantasia
di Bob Kane
e rinata dalla
mente eccelsa
di Frank Miller
che col medesimo
ciclo a fumetti
ne canta il
lato buio, affascinante
e ambiguo. Christoper
Nolan (regista
capace di Memento
e del discontinuo
Insomnia) supportato
dalla faccia
e dal corpo
camaleontico
dello straordinario
Christian Bale
dà vita,
anima, muscoli
ma soprattutto
ombre all’Uomo
Pipistrello.
Bruce Wayne
traumatizzato
dalla perdita
dei genitori,
scende ogni
gradino degli
inferi della
colpa, della
vendetta e della
paura che lo
portano a vivere
come un derelitto
salvato e poi
condotto, da
un istruttore
ninja, alla
fine del mondo
sulle più
alte vette a
compiere la
via della giustizia,
a impratichirsi
con un allenamento
durissimo per
poter sconfiggere
i propri demoni
e infine a compiere
una scelta.
Batman nasce
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Torna
sul grande schermo
uno degli eroi
più longevi
della storia
dei fumetti.
Creato da Bob
Kane nel ’39,
l’uomo-pipistrello
riappare, a
otto anni di
distanza dall’ultimo,
fallimentare
capitolo firmato
Joel Schumacher,
con “Batman
Begins”
di Christopher
Nolan. L’intento
è quello
di “azzerare”
la precedente
saga puntando
su un costoso
prequel, forte
dei richiami
del passato
e in linea con
l’attuale
tendenza “cinecomics”.
La trasposizione
dal fumetto
è parzialmente
riuscita e,
concedendo molto
spazio alla
preparazione
fisica di Bruce
Wayne e all’approfondimento
della sua personalità,
prepara all’attesa
rinascita in
maschera e mantello.
Tuttavia, nonostante
il rispettoso
taglia e incolla
dagli albi originali,
in particolare
da “Year
One” del
duo David Mazzucchelli/Frank
Miller, la narrazione
scade più
volte nel didascalico.
A questo si
aggiunge il
diso- |
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pezzo
per pezzo e
dolore dopo
dolore e l’armatura
diviene pericolosa
tentazione di
onnipotenza
e distruzione.
Torna alle origini
e ritrova Gotham
City in mano
a criminali
in giacca e
cravatta che
ne minano la
struttura ormai
decadente: il
male seminato
nella notte
dei tempi è
il potere dell’economia
e la sua deriva
più intima,
la corruzione.
Scopre un disegno
malvagio le
cui fila sono
insospettabilmente
tirate da un
occulto manovratore,
che vuole la
metropoli invasa
da un’arma
chimica che
produce panico
e che scatenerebbe
una catarsi.
Pellicola densa
come pece, sfavillante,
visionaria e
dark che cede
il passo all’azione,
giustamente
spettacolare,
perché
funzionale alla
storia e qualche
scivolone nella
retorica, è
presto perdonato
dalla consistenza
delle immagini
e la forza evocativa
dell’ambiguità
del personaggio.
Si ravvede un
certo gradevole
gusto per il
grottesco -
la cocaina si
nasconde in
orsetti di peluche,
uno dei malvagi
ha il viso liscio
e tagliente
di un bel ragazzo
che alla bisogna
diventa un orribile
spaventapasseri
– e Alfred
(Sir Michael
Caine) rappresenta
la morale intelligente
e l’onesto
tocco umoristico.
Ma è
quando le ali
del Pipistrello
danzano e incombono
nelle luci della
notte che il
nostro cuore
palpita, inseguendone
le gesta.
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rdine
delle scene
d’azione,
girate a velocità
supersonica,
e trascuratezze
di montaggio
come nel caso
dei frequenti
e improvvisi
cambi di luce.
Il punto di
forza, è
bene dirlo,
sono senz’altro
gli interpreti,
il cui casting
è stato
curato nei minimi
dettagli, dalle
vecchie glorie
alle nuove leve.
Irresistibili
i siparietti
con brillanti
dialoghi a base
di humor inglese
tra Michael
Caine e Morgan
Freeman e da
notare l’ultimo
“guest
starring”
di Rutger Hauer,
dopo la recente
prova di “Sin
City”.
Liam Neeson
sarà
anche convincente
nei panni del
“cattivo
maestro”,
ma Gary Oldman
è la
personificazione
del commissario
Gordon, personaggio
chiave che fino
a questo momento
era stato dipinto
in modo caricaturale.
Infine, Christian
Bale, da yuppie
omicida di “American
Psycho”,
si dimostra
all’altezza
di indossare
il costume di
Batman, supereroe
senza superpoteri,
alla cui facciata
di playboy miliardario
corrisponde
un animo tormentato
e malinconico.
La successione
di eventi che
porterà
l’ultimo
rampollo della
dinastia Wayne
alla metamorfosi
finale riassume
senza fronzoli
il percorso
formativo del
protagonista
e il tutto risulta
molto sobrio,
a metà
tra un action
movie e un thriller.
Gli effetti
speciali non
sono invasivi,
né si
fanno mancare
mezzi innovativi,
armi tecnologiche
e ambientazioni
digitali che
ben completano
il kolossal
a tinte scure.
Loschi movimenti
finanziari,
l’incontro-scontro
con la mafia,
il ritorno della
setta orientale
e tante altre
vicende dal
grande impatto
si sovrappongono,
sacrificando
momenti cardine
come l’entrata
in scena di
Scarecrow, supercattivo
di turno, che
avrebbe di certo
richiesto più
pathos. La tensione
ha il sopravvento
sulla storia
e riaffiora
il duro e inevitabile
confronto con
le epiche e
visionarie pellicole
di Tim Burton.
Difficilmente
lo Spaventapasseri
di Cillian Murphy
entrerà
a far parte
di quella galleria
di criminali
disturbati messa
in luce dal
Joker di Jack
Nicholson e
dal Pinguino
di Danny DeVito.
Ma è
soprattutto
l’atmosfera
che manca, quel
clima che ha
reso Gotham
City la metropoli
gotica e fumosa
dove tutto può
accadere, a
partire dalla
nascita di una
leggenda.
(Alessandro
Ruggieri è
professore di
sceneggiatura
alla Scuola
Romana dei Fumetti
di Roma) |
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