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All'origine,
una storia vera. Di quelle
brucianti, che a distanza
di decenni ancora provocano
sdegno e pruriti. Dalla
storia vera si passa al
romanzo, Song for a Raggy
Boy (Ballata per un giovane
straccione, edito in Italia
da Ponte alle Grazie) scritto
dal poeta, sceneggiatore
e autore satirico Patrick
Galvin, corresponsabile
con la regista Aisling Walsh
e Kevin Byron Murphy del
copione del film che arriva
buon ultimo a testimoniare
le malefatte di un riformatorio
maschile nell'Irlanda del
1939. Siamo dalle parti
di Magdalene, con tracce
di Attimi fuggenti, il direttore
falsamente democratico,
il prefetto sadico che punisce
e reprime con violenza inaudita
i poveri Antoine Doinel
di turno, e l'insegnante
laico che - invece - tenta
di costruire con i ragazzi
un rapporto basato sulla
fiducia. Nulla da dire,
nulla da eccepire sull'operazione, |
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sana
e doverosa, che riporta
alla luce alcune vergogne
della Chiesa Cattolica (chissà
se, questa volta, avrà
l'umiltà di ammettere
e accettare, di avere insomma
un comportamento diametralmente
opposto all'isterica reazione
tradita davanti all'-opera
di Peter Mullan). Bravi
gli interpreti, dal buono
Aidan Quinn al cattivo Iain
Glen, diligentemente televisiva
la regia (dietro alla macchina
da presa c'è una
sorta di Cinzia Th Torrini
irlandese), palmarès
che vanta premi a fiotti
(segnalazioni e menzioni
a Linea d'Ombra di Salerno,
in Danimarca, a Seattle,
a Woodstock..) nonché
chiamate alle armi dai principali
festival sensibili alle
tematiche sociopolitiche
(Sundance in testa). Un'opera,
in sostanza, che vive e
si accontenta dei suoi contenuti,
che non ha bisogno (nè
cerca con particolare impegno;
una forma altra che'Ìa
distingua e la faccia ricordare
nell'affollato sottogenere,
che scuote e - in talune
sequenze - raccapriccia.
Lontani dalla poetica truffautiana
dei Quattrocenta colpi dunque,
ma anche dalla lucida essenzialità
di Lamb, dimenticata, straordinaria
opera di Colin Gregg, Angeli
ribelli è sconsigliabile
alle anime sensibili, ai
cardiopatici e a chi ne
ha già viste molte
nella vita. È consigliabile,
per contro, a tutti i responsabili
dei cineforum della prossima
stagione, preferibilmente
quelli adiacenti e contigui
alle parrocchie. Sarà
divertente vedere l'effetto
che fa.
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