AMITYVILLE HORROR
 

amityville horror recensione

 
Stati Uniti 1975. George (Ryan Reynolds) e Kathy Lutz (Melissa George) sono una coppia in cerca di una casa dove andare ad abitare insieme ai figli di lei. Il loro sogno si realizza quando trovano, nella località di Amityville, un’abitazione grande e spaziosa ad un prezzo molto economico, ma l’idilliaca permanenza viene interrotta da una serie di agghiaccianti rivelazioni: gli inquilini precedenti, la famiglia De Feo, vennero sterminati a colpi di fucile dal figlio maggiore, a quanto pare incitato dagli ordini di una misteriosa voce, di conseguenza il posto si rivela posseduto dagli spiriti maligni, i quali intendono spingere George a commettere il medesimo crimine. E neppure l’aiuto di padre Callaway (Philip Baker Hall) servirà a molto. Dopo il positivo exploit del remake di 'Non aprite quella porta', Michael Bay torna ad occuparsi della pro-  
 
duzione di horror, proponendo il rifacimento di 'Amityville horror', classico della tensione diretto dal 1979 da Stuart Rosenberg che aveva per protagonisti James Brolin e Margot Kidder, a quanto pare ispirato ad un fatto realmente accaduto. E possiamo tranquillamente affermare che siamo di fronte ad un buon prodotto di tensione, capace di tenere inchiodati alla poltrona, attraverso colpi di scena ed apparizioni  
improvvise che difficilmente si dimenticheranno, strizzando però l’occhio più ad opere recenti come 'Il sesto senso' e 'The others', che all’originale 'Amityville horror'; e da una parte è meglio così, in quanto, al di là del mito che si è creato attorno al film di Rosenberg, con varie imitazioni e ben sette sequel poi prodotti, chi lo ha visto lo ricorderà sicuramente come un interminabile polpettone dell’orrore dai ritmi terribilmente lenti. Però, nel lungometraggio dell’esordiente Andrew Douglas, proveniente dal mondo dei videoclip, non si respira neanche un minimo dell’angoscia presente nell’originale, sprigionata soprattutto dall’imponenza dell’abitazione, la quale sembrava quasi essere viva, tanto da lasciare nello spettatore una sensazione di vera paura paragonabile perfino a titoli come 'L’esorcista'. Il tutto è contornato da un’ atmosfera troppo rassicurante e si potrebbero anche rimproverare parti fondamentali poco sviluppate, le quali, invece, nella pellicola del 1979 avevano non poca importanza (ad esempio la sequenza della fuga di padre Callaway), oltre al finale che giunge un po’ troppo presto. In ogni caso, il nuovo 'Amityville horror' scorre via tranquillamente e chi vuole trascorrere un’ora e mezza di pura tensione è accontentato, in quanto quella davvero non manca; certo che, rispetto al remake di 'Non aprite quella porta', la casa di produzione di Michael Bay, tra i cui progetti futuri figurano i rifacimenti di 'Le colline hanno gli occhi' e 'The hitcher-La lunga strada della paura', ha fatto un vero e proprio passo indietro, ma il film di Douglas lo si guarda molto più volentieri del capostipite, ed il che non è affatto male.

(di Mirko Lomuscio)

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