Dopo Freddy e Jason,
altri due notissimi
marchi si fronteggiano
e combattono. E come
per il film di Ronny
Yu, anche qui potremmo
bellamente perderci
in alcuni discorsi
per così dire
"aziendali".
Come blockbuster di
puro intrattenimento,
comunque, Alien vs.
Predator funziona.
Anderson non è
mai stato uno stupido
(oddio, meglio lasciar
perdere Mortal Kombat):
sa mettere mano al
genere, conosce il
ritmo, adopera uno
sguardo in grado di
sfondare i limiti
e aprirsi a universi
più grossi
o comunque inaspettati
(il finale da scontro
di titani sembra arrivare
dritto da un kaiju
eiga di Godzilla o
Gamera, compreso perfino
il gigantismo fanciullesco).
Sarà che col
mettere di fronte
due colossi come Alien
e Predator, che restano
tra le creature più
fascinose di tutti
i tempi, viene facile
creare spettacolo.
Però ci vuole
pur sempre qualcuno
che sappia
tenere
a bada
la goffaggine
e il
ridicolo.
Sull'assunto
in sé,
di lotta
primigenia
tra
le due
forme
mostruose,
in mezzo
a sacrifici
umani
e desideri
di predominio,
lasciamo
la sorpresa
allo
spettatore.
Raoul
Bova
(cui
il doppiaggio
italiano
toglie
un paio
di battute
"caratteristiche")
fa parte
di una
spedizione
di archeologi
in una
piramide
nei
ghiacci
dell'Antartide,
ed è
lì
che
la battaglia
ha inizio.
Strepitosi
i trucchi.
Una
cosa:
i
ragni giganti
che si attaccano
alla faccia
e ti ingravidano,
fanno ancora
un bel ribrezzo.
(di Pier
Maria Bocchi
- Film TV)