THE AGRONOMIST
 
 

- Recensione -

 
Jonathan Demme, pluripremiato con l'Oscar ma indipendente nell'animo, è da sempre un osservatore partecipe della situazione di Haiti, come testimoniava già il suo "Haiti: Dream of Democracy". Nel 1986, anno della caduta del dittatore Baby Doc Duvalier e dell'insediamento del presidente Aristide, Demme aveva conosciuto un simbolo dell'opposizione al regime, l'ex agronomo Jean Dominique, fondatore di una radio libera e intellettuale-guida. A partire dal'91, il regista ha intervistato più volte negli anni Dominique, facendosi raccontare la sua storia, la sua vocazione. Ma il film, appassionato e interessante, ha una vera e propria svolta-shock quando si passa a narrare la morte dell'agronomo", misteriosamentemente ucciso nell'aprile 2000 (la situazione ad Haiti è di continua instabilità, tra ex duvalieristi,  
 
seguaci dei presidenti successivi, narcotrafficanti - e proprio nelle ultime settimane sono arrivate notizie di nuovi massacri). Senza ombra di retorica, The Agronomist è il ritratto di un personaggio affascinante, simpatico e pieno di dignità, un sobrio inno alla libertà di informazione e alla necessità degli intellettuali, con un sottofondo di speranza anche nelle potenzialità del cinema (commoventi le confessioni di Jean  
Dominique che dice di aver scoperto la politica guardando e facendo il cinema, negli anni della nouvelle vague). (di Emiliano Morreale - Film TV)
 
 
   
 

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