Il sogno americano,
che nella vita reale
prende botte da orbi,
nel cinema alza di
tanto in tanto la
testa e in questo
film si sistema tra
le corde di un ring
di pugilato. Siamo
dalle parti di un
Jerry Maguire
in tono minore e il
protagonista arriva
dal mondo reale perché
in fondo si tratta
di un biopic, della
storia di un vero
e atipico manager
di pugilato, di una
donna che ha sfondato
in un mondo maschile
e profondamente maschilista
per definizione. Lei
è Jackie Kallen
(Meg Ryan),
cresciuta sin da bambina
nella palestra del
padre e nell'adorazione
di uno zio pugile
morto troppo prematuramente.
Una passione forte
che ha nel sangue
e che la porta a sfidare
il boss dell'organizzazione
pugilistica di Detroit
puntando tutto su
un giovane nero scapestrato
ma di grande talento.
Il
successo
arriva,
ma il
prezzo
da pagare
c'è
e non
è
proprio
a buon
mercato.
La sceneggiatura
è
da manuale,
quasi
scontata,
con
un'eroina
che
ascende,
cade
e si
rialza
dopo
avere
tratto
una
grande
lezione
dai
propri
errori
e la
regia
di Charles
S. Dutton,
che
si ritaglia
anche
il ruolo
dell'allenatore
Felix,
non
ha nulla
a che
spartire
con
quella
di Scorsese
e del
suo
Toro
scatenato.
Però
la notizia
è
che
c'è
una
Meg
Ryan
ex fidanzata
d'America
smagrita
e tutta
nervi.
alla
continua ricerca
di un suo nuovo
posto nel mondo
del cinema,
che nel personaggio
androgino di
Jackie sembra
un po' più
a suo agio che
in quello della
protagonista
del presuntuoso
thriller erotico
In the Cut.(di
Fabrizio
Liberti
- Film
TV)