Prendete Ricomincio
da capo e
rivoltatelo. Ovvero:
il playboy Henry Roth
(Sandler),
veterinario alle Hawaii,
conosce quella che
forse è la
donna della sua vita,
la bella Lucy (Barrymore)
ma scopre che lei,
in seguito a un incidente,
ha perso il controllo
della memoria breve.
Ogni giorno, da mesi,
lei
si sveglia come se
fosse il 14 ottobre,
giorno in cui aveva
avuto l'incidente,
e cancella ciò
che è accaduto
il giorno prima. Il
povero Henry deve
riconquistare dungue
ogni giorno la sua
bella, e vedersela
anche col padre e
col fratello di lei.
La meccanicità
del pretesto narrativo
è evidente,
e il film di Peter
Segal ha
il fiato cortissimo.
Troppo evidenti, poi,
le somiglianze con
il film di Ramis -
che a sua volta era
un delizioso sunto
di uno dei paradigmi
classici della commedia
hollywoodiana: la
"commedia del
rimatrimonio"
per cui il
vero
problema
non
è
conquistare
la donna
amata,
ma ri-conquistarla.
I set
hawaiiani
non
ce la
fanno
da soli
come
riempitivo
(oltretutto,
sembra
sempre
inverno,
con
cieli
mesti,
vento
e ombre
lunghe),
Sandler
è
fiacco
e la
presenza
di un
gruppo
di bambini
indigeni
fa nascere
il sospetto
che
il film
sia
segretamente
pensato
per
un pubblico
tra
gli
otto
e i
dieci
anni.
Rob
Schneider
travestito
da donna
è
la cosa
più
balorda
del
film,
senza
però
avere
però
il fascino