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Dall'Argentina
non arriva granché
sui nostri schermi e qualche
anno fa pareva che invece
lì ci fosse una nuova
leva di talenti notevoti
(la Martel di La
Cienaga, il Villegas
di Sabado).
Ma l'importazione di questo
film di Agresti, che ha
al suo attivo oltre venti
titoli, è invece
un vero mistero. La storia
è quella di un bambino
occhialuto che viene affidato
alla nonna (Maura)
dopo che i genitori si separano.
E' l'Argentina degli anni
'60, ma i riferimeni si
limitano a una predica sulla
morte di Che Guevara e all'allunaggio
di Armstrong (il bambino
vuol fare l'astronauta).
La storia in realtà
vede il piccolo Valentin
che manda a monte la storia
di suo padre con la nuova
compagna (ebrea), salvo
poi farla mettere con il
maestro di piano (ebreo
pure lui). Nel frattempo
la nonna muore, ma così
Valentin si è forse
inentato una famiglia, come
una |
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specie
di parente povero di Amelie
Poulain. La voce
off (doppiata) del bambino
spiega passo passo ogni
scena, con sentenze da "signora
mia" e metafore talmente
balorde da far pensare a
errori di traduzione («La
mamma è come una
pentola di fagioli in ebollizione»,
o «La vita è
come le tagliatelle»).
Più che un brutto
film, un film inesistente.
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Emiliano
Morreale (Film TV) |
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