La recensione del film Il ragazzo invisibile

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IL RAGAZZO INVISIBILE - RECENSIONE

Il ragazzo invisibile recensione
Recensione

di Martina Farci
[Il ragazzo invisibile recensione] - È Gabriele Salvatores il primo regista italiano a cimentarsi con un film di supereroi rivolto per lo più ad un pubblico adolescenziale. Un progetto ambizioso e coraggioso che fa de Il ragazzo invisibile un film innovativo e per niente scontato, da vedere anche solo per curiosità, ma il cui risultato è assolutamente positivo. Il film racconta la storia di Michele (Ludovico Girardello), un ragazzo dodicenne alle prese con i primi problemi di cuore e con le prime dispute tra i compagni di classe, che preferirebbe rendersi invisibile piuttosto che sentirsi costantemente fuori luogo. Desiderio che si realizza il giorno della festa di Halloween, quando, dopo aver indossato un costume da supereroe cinese da pochi soldi, diventa veramente invisibile. Un potere antico, sempre molto apprezzato sia nei noir sia nei fumetti, ma anche nella vita di tutti i giorni. Chi non ha mai desiderato, almeno per un secondo, diventare invisibile? Per scappare da una situazione imbarazzante, per spiare qualcuno, o semplicemente, per isolarsi da tutto e tutti, l'invisibilità è sempre stato un tema attuale, capace di catturare i pensieri di bambini e adulti, ma che, tranne in libri e film, non ha mai trovato riscontro. Salvatores, quindi, porta sul grande schermo un inedito supereroe ragazzino, costretto a lottare tra i problemi adolescenziali e i poteri appena scoperti – cerca, infatti di nascondere il suo segreto, soprattutto alla mamma poliziotta (Valeria Golino) – in un crescendo pieno di azione, suspense e massime di vita. Il tutto ambientato in una Trieste affascinante che si rivela un set perfetto, dalle ambientazioni alla fotografia, e che si trasforma in funzione dell'evolversi della storia. Il registro filmico si adegua di conseguenza, e la seconda parte del film si presenta con un montaggio più avvincente e una colonna sonora più accattivante. Non mancano gli effetti speciali, ma dimenticate il mondo Marvel – altrimenti sì che sarebbe stato un suicidio – perché Il ragazzo invisibile è un film che si attiene di più alla realtà e ai sentimenti, concentrandosi sul cambiamento adolescenziale di un ragazzo e sui suoi poteri come metafora della vita stessa. Una vita che, facile o difficile che sia, è tutto fuorché invisibile, ma come scopre Michele nel film, l'invisibilità, vera o presunta che sia, è un'arma a doppio taglio. E su questo Salvatores si concentra, facendo de Il ragazzo invisibile un film adatto sì ad un pubblico più piccolo, ma che riesce a parlare e coinvolgere a tutte le fasce d'età. Merito anche di una regia curata nei dettagli e del richiamo fumettistico di alcune scene, che contribuiscono a dare un'impronta adulta al film. Ma il regista Premio Oscar per Mediterraneo si spinge oltre, con un progetto cross mediale che vede, in concomitanza con l'uscita del film nelle sale, anche il romanzo scritto dagli stessi sceneggiatori – Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi, Stefano Sardo – e la graphic novel. Una nuova e inedita sfida per adeguarsi al mercato internazionale che Salvatores ha già vinto, ma che noi dobbiamo sostenere andando al cinema. Il ragazzo invisibile lo merita. (La recensione del film "Il ragazzo invisibile" è di Martina Farci)
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