La recensione del film 800 eroi

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800 EROI - RECENSIONE

800 eroi recensione
Recensione

di R. Gaudiano
[800 eroi recensione] - 1937, il Giappone inizia strategie di allargamento dei suoi confini. La Cina è una terra molto ambita e Shanghai viene messa alle strette proprio dall'avanzata giapponese. Una piccola unità militare cinese, 800 soldati, vengono reclutati a difesa del deposito di armi che sta al centro della cittadina di Shanghai, asserragliati sulla sponda del fiume Suzhou Creek che attraversa il centro della città. Questi 800 uomini, esercito composto da studenti, contadini, uomini di cultura, ma pochi militari di carriera, si opporranno strenuamente, fino all'ultima goccia di sangue, a difesa della città nella leggendaria battaglia di Shanghai. Diretto da Guan Hu, "800 eroi" anche se esageratamente epico, rappresenta la forza e la determinazione di questi 800 eroi nel vero senso della parola, che sapevano di essere destinati a morte sicura. La battaglia durò alcuni mesi e dopo 3 mesi il numero dei soldati si dimezzò. Da 800, il numero scese a poco più di 400, ma quel numero irrisorio tenne fede allo spirito patriottico, alla forza che distingue un popolo nel difendere il proprio paese. Guan Hu ha già raccontato in "Cow" del 2009, il confronto sanguinoso tra l'esercito giapponese e quello oltranzista cinese. Intanto il cineasta cinese ambiva da molti anni a proporre sul grande schermo un film che fosse rappresentativo di un momento memorabile della sua Cina, proprio la battaglia di Shanghai, riuscendo in un progetto grandioso, scavando nei personaggi, mettendo in scena un'umanità inerme, persone, che in certi momenti di quella cruenta battaglia, non sapevano neanche il perché si trovassero lì, eppure erano ben consapevoli di dover lottare fino a morire. Guan Hu gioca sui diversi punti di vista dei personaggi coinvolti nella battaglia, dai disertori, ai soldati e al gruppo di civili che si offrono volontari. In contrapposizione, invece, i soldati dell'esercito giapponese sono dei veri combattenti, quasi automatizzati, avanzano con pugnali serrati tra i denti e mietono morte certa sul loro passaggio. Scene apocalittiche aprono squarci in un combattimento serrato, in cui il sangue che scorre da ambo le parti colora una scenografia macabra, rovinosa, contrapposta a quell'umanità spettatrice dall'altra metà del fiume, un'umanità che vive invece in una dimensione paradisiaca, dove l'ospite occidentale molto presente ed incredulo osserva, muto, il dipanarsi di una battaglia annunciata. Girato interamente con telecamere IMAX, "800 eroi" è un colossal, paragonabile a "Dragon Blade", per la forza scenica e la caratterizzazione del cameratismo dei soldati cinesi. Nonostante la sua proposizione scenografica di forte impatto epico, il film è da annoverarsi tra le opere importanti nell'industria cinematografica cinese, un'opera che presenta un momento fondante nella storia della Cina, inizio dell'avanzata e conquista giapponese che terminerà con la disfatta del Giappone nel secondo conflitto mondiale. (La recensione del film "800 eroi" è di Rosalinda Gaudiano)
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