La recensione del film 7 sconosciuti a El Royale

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7 SCONOSCIUTI A EL ROYALE - RECENSIONE

7 sconosciuti a El Royale recensione
Recensione

di M. Nottoli
[7 sconosciuti a El Royale recensione] - Un hotel sul confine tra California e Arizona con una linea rossa che lo taglia a metà; una rapina di dieci anni prima e una borsa nascosta sotto il pavimento di una stanza; un rappresentante di aspirapolveri che sembra saperla lunga; un prete che forse non è un prete; una sciroccata con una ragazza legata e imbavagliata nel baule dell'auto; una cantante di colore in fuga; un concierge eroinomane; specchi nelle camere dietro cui ignoti occhi spiano e misteriose cineprese riprendono; Richard Nixon; J. Edgar Hoover; un famoso personaggio ormai morto coinvolto in uno scandalo inconfessabile; il Vietnam; un efferato omicidio; un santone hippy più interessato alla carne che allo spirito (come tutti i santoni hippy); crimini e insabbiamenti che coinvolgono le alte sfere del potere; capi occulti e traffici loschi. Monta e lievita l'arcano come schiuma da barba, l'intrigo si infittisce ad ogni svolta narrativa di questo 7 sconosciuti a El Royale. Drew Goddard, già regista di Quella casa nel bosco e sceneggiatore di fama (sua la firma su Cloverfield, World War Z e The Martian), è autore spiccatamente postmoderno per cui cita (Tarantino, Mad Men, Graham Greene, la letteratura e il cinema noir degli anni '50 e '60), mescola i generi, ribalta ripetutamente le prospettive, gioca col linguaggio cinematografico e con l'estetica pop, avvolgendo e riavvolgendo il nastro. Sì, ma e poi? E poi niente. Poi arriva Chris Hemsworth a venti minuti dalla fine e tutto finisce in vacca. Venti minuti per radere al suolo a suon di banali pistolettate la complessa, apparentemente, architettura assemblata da 7 sconosciuti a El Royale nelle due ore precedenti, due ore in cui la pellicola aveva accumulato indizi, promesse, premesse, false piste, un' aura ambiziosa a cui si accompagna l'implicita speranza dell'esistenza di un disegno d'insieme che mettesse a posto tutte le tessere del mosaico. Speranza vana. Il disegno d'insieme esiste solo in una dimensione ipotetica e casuale che non sa dare forma compiuta a nessun puzzle. Rimane l'atmosfera, la bellezza conturbante di Dakota Johnson e, per il pubblico femminile, Chris Hemsworth perennemente a petto nudo. Quando si dice la montagna che partorisce un topolino. (La recensione del film "7 sconosciuti a El Royale" è di Mirko Nottoli)
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